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"COM'E' ALTO IL SOLE"

 

Terzo spettacolo del Progetto Parole Pasolini

"Com'è alto il sole" è uno spettacolo teatro-musicale, omaggio musicale a Pier Paolo Pasolini e alle sue donne.

Una produzione DAF - Teatro dell'esetta fantasia.

In scena un ensamble di musicisti messinesi formatosi per l'occasione:

 

Patrizia Ajello: voce

Giovanni Puliafito: tastiere

Patrick Fisichella: chitarra

Francesco Aiello: percussioni

 

Dietro le quinte, la guida dell'attore e regista Angelo Campolo che insieme al gruppo dei musicisti ha lavorato alla realizzazione dello spettacolo. Un bellissimo lavoro creativo di insieme in cui non si è voluto omaggiare l'autore solo eseguendo alcuni suoi brani, ma si è voluto anche leggere il punto di vista delle donne che lo hanno conosciuto, e inserire nel corpus dello spettacolo brani originali degli stessi musicisti ispirati ai temi trattati.

I costumi e alcuni dettagli della scenografia sono stati curati da Giulia Drogo, con una particolare attenzione alla figura femminile.

 

Questo lavoro arriva a conclusione di un percorso che già aveva visto la realizzazione di due spettacoli.

Per un approfondimento, vi rimando alla sezione dedicata allo spettacolo nel sito del Teatro Vittorio Emanuele di Messina.

BRANI MUSICALI PRESENTI NELLO SPETTACOLO

 

 

Testi di Pier Paolo Pasolini

 

"Il Valzer della Toppa" - musica di Piero Umiliani

"Macrì Teresa detta Pazzia" - musica di Piero Umiliani

"Cristo al Mandrione" - musica di Piero Piccioni

"Che cosa sono le nuvole" - musica di Domenico Modugno

 

 

 

Altri brani

 

Musica e testo di Patrizia Ajello:

"Tra lucciole e lanterne (Undici Minuti)" 

"Il venditore di sogni"

 

Musiche di Giovanni Puliafito:

"Finale"

"Andromaca"

"Creusa e la fuga"

"Il banchetto magico"

NOTE

 

Siamo abituati a ricordare il Pasolini scrittore o cineasta, mentre più raramente si parla del suo avvicinamento al mondo della canzone, da cui era, suo malgrado, affascinato.

Ed è proprio da questo connubio tra musica e parole che abbiamo intrapreso un viaggio, riscoprendo alcuni testi che Pasolini scrisse per la musica ed entrando nel suo mondo attraverso le emozioni delle sue donne: quelle che gli sono state accanto nella vita e quelle che ha raccontato nelle sue opere.

Le donne di Pasolini sono fonti di luce inaspettate. Com'è alto il sole di queste donne anche nel buio delle notti romane, nelle sofferenze della povertà o ancora nella straziante gabbia borghese che intrappola alcune di esse. Madri, figlie, signore e prostitute. Donne piene di carisma e luce. Una luce che è speranza (o meglio, disperata vitalità) anche nella miseria e nelle avversità.

 

Alcuni dei brani presenti nello spettacolo parlano proprio di donne delle borgate romane più povere. Pasolini non descrive il mondo popolare dall'esterno, ma vi entra dentro facendo parlare direttamente queste donne in prima persona, a volte con cruda ironia. Come nel caso de "Il Valzer della toppa" o "Macrì Teresa detta pazzia", musicate da Piero Umiliani, in cui sentiamo le voci di due prostitute romane: la prima in preda ai fumi dell'alcool sente di essere tornata di nuovo vergine; la seconda, finita in carcere, non cede alle pressioni del commissario che le chiede di denunciare il suo protettore, di cui è innamorata. Ben altre atmosfere sono quelle di "Cristo al Mandrione", musicata da Piero Piccioni, in cui una povera donna chiede aiuto al Cristo affinché la risollevi dalla sua povera condizione.

Non poteva mancare una delle più famose canzoni di Pasolini, "Che cosa sono le nuvole", canzone resa celebre dall'omonimo episodio diretto da Pasolini nel film collettivo "Capriccio all'italiana". La musica è di Domenico Modugno, a cui è affidata anche l'interpretazione.

 

Lo spettacolo si articola in tre momenti fondamentali dedicati ognuno ad una delle donne che sono state vicine non solo al Pasolini artista, ma al Pasolini uomo: Laura Betti, donna energica con cui Pasolini aveva un rapporto di grande complicità; Oriana Fallaci, più severa, di cui leggiamo una lettera molto forte scritta dopo la morte dell'autore; e Maria Callas, donna sensibile prima ancora che diva, ed importante confidente per Pasolini. Non mancano nello spettacolo i riferimenti alla madre di Pasolini che è stata una figura fondamentale nella sua vita e nelle sue opere. 

 

Non solo melodie e testi pasoliniani in questo viaggio, ma anche le nostre personali dediche all'autore e alle sue donne.  Il brano, intitolato "Finale", che ci traghetta verso le atmosfere di questo spettacolo è una composizione di Giovanni Puliafito, che fonde i suoni elettronici delle tastiere con gli altri due strumenti acustici, suonati da Patrick Fisichella (chitarra) e da Francesco Aiello (percussioni). Sempre di Giovanni Puliafito, i brani "Andromaca",  "Creusa e la fuga" e "Il banchetto magico", sono stati precedentemente composti sui versi originali dell'Eneide per lo spettacolo "Il poema di Enea" realizzato con il Prof. Giuseppe Ramires. Tutti e tre i brani sono legati alla figura femminile, in diversi modi e con diverse emozioni. Sempre dedicato al mondo della donna è il mio brano "Undici minuti", sospeso sulle domande che il poeta si poneva sulla prostituzione e che ancora oggi sono rimaste aperte. Un secondo brano di mia creazione è "Il venditore di sogni" che invece ci proietta in un diverso mondo di riflessioni in bilico tra sogno e realtà.

 

Patrizia Ajello

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